Inside out. Un film per bambini o forse no?. Qualche mese fa, incuriosito dal tanto parlar bene del film, sono andato al cinema a visionarlo.

Inizialmente pensavo fosse una trovata per bambini. Giusto qualcosa per riempire le sale. Invece no. Inside out, ci insegna qualcosa. Si tratta qualcosa di più della concretizzazione dei processi cognitivi ed emotivi di una bambina.

Le cinque emozioni,  Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia sono la trama che evolvono la personalità, i ricordi e la crescita della ragazzina, tra memoria a lungo termine, inconscio e rielaborazione notturna. Ma non è tutto.

Il film è un inno a non mollare. A non porsi limiti ed ostacoli. Una visione ottimistica della vita che, nel momento più cupo, trova l’inizio di una nuova felicità. I valori dell’Amicizia, della Famiglia e dell’Amore assumono i connotati di “motore della crescita”. La felicità e la tristezza si alternano in un equilibrio quasi buddista e quasi meditativo che fa riflettere sull’importanza di ogni situazione vissuta. Un “mai nulla è per sempre”, “mai nulla è per caso” e “nella crisi nascono delle opportunità da cogliere”. E se ad insegnarlo è un film d’animazione poco importa. Il superamento di ostacoli, solo in apparenza insormontabili genera nello spettatore un’emozione unica. Quasi un antibiotico naturale della ansie e delle difficoltà di ogni giorno.

Il film in realtà parla agli adulti invitandoli a cercare le proprie isole della personalità, ad interrogarsi sulle cause dei propri comportamenti. A comprendere che dietro una grande tristezza c’è una grande gioia. E tutto quello che lascia il film dopo averlo visto è una consapevolezza di noi stessi nell’affrontare le paure, gli ostacoli e le difficoltà. Non c’è un finale “e vissero felici e contenti” ma un finale da “sii consapevole dei tuoi mezzi, non mollare, abbi fiducia e vivrai felice e contento in armonia con Amore, Amicizia e famiglia”.